La mia cugina maiala

Ilaria, la mia cugina maiala, è capace di tutto. Leggi cosa mi ha fatto.

La mia cugina super sexy

Sono cresciuto con una cugina di nome Ilaria.

Ricordo che aveva grandi trecce bionde e lentiggini sul viso.

Giocavano a rincorrerci per tutto il giorno fino a quando uno dei due non crollava sfinito a terra, allora ci sdraiavamo e guardavamo il cielo fino a sera.

A volte dormivamo insieme ma non ci fu mai nulla di scabroso o proibito. Eravamo piccoli e non conoscevamo nulla di sensuale.

Quando avevamo circa dieci anni, lei si trasferì a Milano, lasciandomi da solo nel sud e passarono molti anni prima di rivederci.

A 15 anni ritornò al paese, era bellissima, bassina ma con le curve al punto giusto.

Le trecce erano diventati lunghi capelli mossi e tendeva a nascondersi le lentiggini sotto un trucco troppo pesante per la sua età.

In quel periodo cominciai a masturbarmi frequentemente e quando la vidi, dovetti correre in bagno a toccarmi. Lei lo vide come una mancanza di interesse, ma in realtà ero interessato eccome!

Era vestita in modo molto seducente e mi ritrovai a fissarle le tette per tutto il tempo, lei dal canto era esibizionista e forse abituata a quegli sguardi privi di innocenza e non mi diede alcuna attenzione fino a quando non se ne andò.

Adesso ho 21 anni e sono ancora eccitato nel raccontare quello che sto dicendo perché la cugina Ilaria è ritornata per un funerale di un parente lontano e posso dire che è la cugina maiala per eccellenza.

La sua vecchia casa di infanzia è stata venduta qualche anno fa perciò la abbiamo ospitata, con i suoi genitori, a casa nostra.

Visto che siamo cugini e coetanei hanno pensato di metterci a dormire nella stessa stanza, in due letti separati ovviamente, convinti che avessimo mantenuto quella purezza smaliziata della nostra infanzia.

Non potevano fare errore maggiore.

 

Non c’è cosa più divina di farsi la cugina

I primi tempi furono difficili, Ilaria non mi parlava e passava tutto il tempo fuori in biblioteca.

Studiava molto e non trovavamo un punto in comune.

La sera si addormentava coperta fittamente e io non facevo che immaginare cosa ci fosse sotto il pigiama, toccandomi silenziosamente e senza fare rumore.

Avevo perso tutte le speranze fino a quando, una delle ultime sere, non la vedevo infastidita per qualcosa. A un certo punto rompe il ghiaccio chiedendomi se avessi ricordi con lei da bambina.

La mia risposta fu ovviamente positiva e, a tratti, tenera. Questo deve averla ingentilita perché di lì a poco si alza per infilarsi nel mio letto.

Mi racconta di quanto fosse stato difficile abituarsi alla città e del rancore covato per anni. La sua mano era sul mio stomaco e sentivo l’eccitazione pulsare.

A un certo punto mi chiede se avessi sentito la sua mancanza e ammetto di sì, questo la spinge a scendere con la sua mano fino ad accarezzarmi proprio sul cazzo.

Si toglie il pigiama rimanendo con un paio di culotte bianche con i fiorellini e mi abbassa le mutande prendendolo tutto in bocca, che brava la mia cugina maiala!

Le spinsi la testa in profondità e mi sorpresi a vederla sicura senza neanche un conato. Chissà quanti ne aveva ciucciati a Milano!

Ho pensato che il sesso tra parenti fosse cosa impossibile, invece no.

E adesso eccola lì, a quattro zampe sul mio letto, mentre i nostri genitori dormivano nelle stanze adiacenti.

Dopo esserle venuto in bocca decido di ricambiare il favore e le tolgo le mutandine per leccargliela all’infinito. Il suo sapore era molto dolce, quasi mieloso, oltre che abbondante!

Più volte dovetti fermarmi ad asciugarmi la faccia con il lenzuolo. A un certo punto la sentì fremere mentre con la braccia mi tirò su e mi spinse a penetrarla.

Non avevo il preservativo ma non mi interessava più di tanto, volevo godermi quel momento.

Affondai dentro il suo corpo burroso e sembrava che quel piccolo spazio fosse stato creato proprio per me.

La pompai mentre le tenevo una mano sulla bocca per farla stare zitta.

A volte dovevo fermarmi perché sembrava stesse per gridare dal piacere, non facevo in tempo a uscire che sentivo le sue mani sul mio sedere mentre mi spingevano nuovamente dentro di lei.

Alla fine sono venuto subito dopo di lei, venendole in faccia.

La mattina dopo eravamo tutti in cucina a fare colazione, come una bellissima famiglia affettuosa, quasi da Mulino Bianco.